giovedì 23 maggio 2013

a proposito dell'amore atto secondo.

è arrivato il momento di andare a letto.
sono stanco, terribilmente stanco e domani ho la sveglia presto.
stacco lo spinotto che collega l'iphone alle casse audio del soggiorno e dopo infinite ore cala il sipario su quello che è stato un weekend impegnativo, demente ed affollato.
chiudo anche quello spiraglio di finestra lasciato aperto per far defluire fuori il ristagno di un milione di sigarette fumate nelle ultime ventiquattro ore.
con questo gesto, i doppi vetri sigillano all'interno di casa il silenzio.
non sento più neppure quella macchina sporadica che passa sul vialone sotto casa.
finalmente il silenzio, interrotto qui e lì solo dal tintinnio di qualche bottiglia che si sfiora mentre cerco di raccoglierle tutte e portarle sul tavolo della cucina.
credo riempirò il cassonetto del vetro domattina. non so dove riesca a trovare la forza soltanto di pensare alla differenziata, dal momento che guardo lo spazzolino da denti come a qualcosa di troppo difficile e troppo ingegnoso da poter utilizzare adesso.
mi sfilo i vestiti e rotolo nel letto.
non riesco neppure a voltarmi per cercare con lo sguardo il pulsante che spenga l'abat-jour, così con la delicatezza che mi contraddistingue, tiro via il filo dalla presa con un gesto liberatorio.
ed è buio.
è troppo buio per i miei occhi sbarrati che cercano di fissare un soffitto che non c'è più.
lo faccio ricomparire con la luce dell'iphone, mentre il dito frenetico scorre tra facebook e qualche foto scattata stamattina.
magari leggere qualche riga mi farà addormentare subito.
e infatti mi addormento, tra le righe di una folla impazzita allo zenith di parigi. mi addormento mentre sulle note di un'indiavolata versione rock di i feel love, leo cerca disperatamente di raggiungere thomas.
mi addormento mentre la folla sudata e  un'intermittente luce accecante accompagnano le labbra di leo ad incontrare la bocca di thomas per la prima volta.
mi sveglio di soprassalto qualche ora più tardi.
io non sono a parigi, e leo e thomas sono rimasti intrappolati e avvinghiati a quel loro primo bacio, alla pagina sessantasei di camere seperate di piervittorio tondelli, nella versione ebook per iphone.
mi sveglio un'ora più in là della sveglia programmata, abbastanza più tardi da farmi perdere il volo per milano, e abbastanza più in là da farmi passare un vero  e proprio pomeriggio di merda.
ho deluso la persona che mi ama.
una sveglia non rispettata ha scatenato la roulette russa telefonica di chi vive una storia a distanza.
a quale affermazione la cornetta sparerà il suo colpo?
quando finalmente le mie cervella saranno schizzate contro la signorina che controlla le carte d'imbarco al gate?
fino a che cifra siamo disposti a scommettere spingendoci sempre più vicini al punto in cui l'esplosione non darà più spazio alle parole?
il battito del cuore accompagna ogni mio passo verso il portellone dell'aereo.
il rimbombante boom boom continua. il colpo non è ancora esploso. la roulette si ferma senza colpi di scena.
le domande però non si fermano.
siamo inevitabilmente destinati ad attraversare ciclicamente periodi di incomprensione?
ci sono per forza momenti in cui l'indipendenza dell'uno porta alla frustrazione dell'altro?
bisogna per forza pensare di avere una normale quotidianità per sentirsi coppia?
cosa possiamo fare per accorciare quella distanza che ad ogni lite si allunga sempre di più?
in che misura il perdono più volte accordato si trasforma nell'inconscio rancore dei gesti?
è giusto avere visioni così diverse dall'altro, perchè l'amore se c'è aggiusta tutto?
l'amore davvero basta?



giovedì 16 maggio 2013

savasana come genere di ragazza: il ritorno.



i palmi delle mie mani toccano il pavimento mentre fisso un punto del soffitto.
il mio corpo è morto.
savasana come genere di ragazza.
sono morto è quella sotto di me non è una pozza di sangue, ma di sudore.
sì sudore perchè sono ad una lezione di bikram yoga e questi sono i primi due minuti dopo un intenso sforzo che il mio corpo è cadavere.
savasana è la posizione del corpo morto, un'intensa posizione di rilassamento in cui la concentrazione sta nell'abbandonarsi al nulla più assoluto.
bikram yoga , è una pratica yoga che si svolge all'interno di una stanza riscaldata intorno ai quaranta gradi.
è una pratica impegnativa, che richiede molta pazienza e una grossa dose di buona volontà.
oggi è il primo giorno che in savasana non penso a quanto sto a pezzi, a quanto ho sudato, ai miei piedi bagnati che non vorrei dessero fastidio al vicino di tappeto.
oggi è il primo giorno che che sono io vivo all'interno del mio corpo morto.
i brividi mi percorrono da dietro il collo fino a tutte la guance, non un movimento niente, vorrei chiudere gli occhi e scivolare all'indietro attraverso quella discesa immaginaria che il pavimento sta formando mentre le gambe si sollevano in assenza di gravità.
giuro non ho preso lsd prima di venire qui.
non mi sono fatto una bomba, e a pranzo ho mangiato un'insalata al tonno.
torno a casa comminando sul cotone, e non mi sono fatto una botta di ketamina.
oggi è il primo giorno in cui penso che posso ancora sognare, posso ancora fare tanto, posso non sentirmi più schiacciato da questo senso di arrendevolezza nei confronti della mia vita.
perchè si di questo si tratta.
si dice che grandi personalità debbano necessariamente attraversare periodi di squilibrio totale, e di squilibrio si tratta quando guardo con invidia la collega che felice parla di voler aprire una trattoria con la sua famiglia e vivere per sempre felici e contenti.
di squilibrio si tratta quando passo tre mesi chiuso in casa ad interloquire con focacce farcite e maritozzi alla panna.
di squilibrio si tratta quando mi sveglio e dico cazzo sono ancora qui, gli alieni non mi hanno rapito.
il sentirmi intrappolato dentro quella brutta sensazione di sentirmi troppo grande per sognare e troppo giovane per accettare uno stipendio , un fine mese, le vacanze organizzate, un affitto, le bollette, il devo restare qui perchè ormai è così che deve andare.
no.
torno a casa con una sorta di ghigno sotto i baffi.
anzi non torno a casa, vado dal parrucchiere, cambio taglio.
vado a comprarmi del sushi e lo mangio seduto a terra nella piazzetta di monti col sole che mi bacia la fronte.
vado a comprarmi dei vestiti usati come se avessi quindici anni e spendo come se non ci fosse domani.
i nostri pensieri contano enormemente nel sistema di energie che fa in modo che le cose accadano.
oggi è stato lo yoga.
domani sarà una risata, dopodomani chissà cos'altro.
torno a scrivere sul mio blog i miei pensieri, la mia vita.
sono stato risputato dal buco nero in cui ero caduto, e non importa se ci cadrò un'altra volta, perchè capiterà ancora e ancora innumerovoli volte.
l'importante sarà sempre uscirne fuori,  ma sempre un passo più in là, sempre un passo più vicino a dove potrò reggermi per non scivolare più.
mi faccio un centrifugato di verdure.
i prossimi due giorni non lavoro.
e me ne vado a londra.
oggi dò un permesso al mio fegato.
domani avrà molto da lavorare.


http://www.bikramyogaroma.it/
http://www.bikramyoga.com/