sabato 31 marzo 2012

vacanze di pasqua a miami.

jo squillo c'è ma è a miami.

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venerdì 23 marzo 2012

..a proposito dell'amore (come genere di ragazza).

driiiiiiiiiinnnnnn driiiiiinnnnnn !!!!!!!!
...la sveglia implacabile mi strappa violentemente dal sonno profondo in cui ero abbandonato. sono sotto shock, mi sento lacerato lungo la schiena, come se stessi fluttuando tra le immagini e d'improvviso mi avessero arpionato la pelle per riportarmi indietro al mio letto, alla mia sveglia, al mio lavoro.
mancano dieci minuti alle cinque, mi alzo in piedi e parte il cronometro. tutto è calcolato al secondo, bagno, vestiti, profumo, orologio, contorno occhi..ho persino comprato dei mocassini che mi permettano di risparmiare una manciata di secondi evitando di allacciare.
venticinque minuti dopo sono seduto in macchina.
mi ci vorrebbe un tasto da trasformer dal momento che sono come al solito incastrato su due ruote nel più improbabile dei parcheggi.
e parto.
ci sono dei giorni in cui sai che devi farlo e allora semplicemente ti aiuti a fare uscire le tue lacrime nella maniera più cinematografica possibile.
non posso mica piangere con 'succo alla pera col gin' dei sottotono.
'up' dei rem sì, 'up' dei rem è l'album giusto.
lo comprai nel natale del novantotto, avevo poco più di sedici anni, e da allora fa da colonna sonora alle mie debolezze.
la traccia è la numero otto. 'you're in the air'.

michael stipe canta di un amore voluto dalle stelle, di un amore che persino il cielo ama.. e io posso finalmente piangere e piangere fino a quando non spegnerò il motore e rivestirò il mio sorriso.
un mese è passato da quando il mio amore si è distrutto.
da quando le stelle hanno smesso di brillare e io ho smesso di respirarle.
nessun messaggio di buongiorno, nessuna buona notte a rassicurarci.
dio solo sa quanto la mia anima ha sofferto e quanto dentro di essa c'è degli ultimi tre anni.
parcheggio con una mezza manovra.
spengo tutto.
un enorme sospiro e tutto questo resterà chiuso in macchina; fino a quando non lo lascerò uscire fuori rientrando a casa, coi finestrini abbassati e i moloko a palla.
i miei mocassini senza lacci toccano l'asfalto.
ho bisogno ancora di musica.
Bono vox mi accompagna e mi canta ..baby don't cry..
ed io lo so.. l'amore tornerà proprio come la sua canzone.
'electrical storm'.
ed io lo voglio così.


you're in the air -  R.E.M. - album: Up. 1998

"Brighten the stars
The weather is lifting
The heavens love
A love like this
It's pulling you higher
Twist it and turn this around
It lights from within
It dribbles your chin
Now brings a smile
I'm lost again
I'm lost again

I'm what you found
I'm upside down
You're in the air
You're in the air
And I am breathing"


electrical storm - U2 - Album: the best of 1990-2000. anno 2002


"Let's see colors that have never been seen 
Let's go to places no one else has been 

You're in my mind all of the time 
I know that's not enough 
Well if the sky can crack, there must be some way back 
To love and only love 

Electrical Storm 
Electrical Storm 
Electrical Storm 
Baby don't cry "

lunedì 19 marzo 2012

il seicentosettantesimo giorno (come genere di ragazza).

un paio di mesi e saranno due anni che vivo a roma. sono circa seicentosessantanove giorni che non faccio che lamentarmi di quanto milano sia meglio di roma. seicentossesantanove giorni che mi commuovo alle parole zafferano, zola e cotoletta. seicentosessantanove giorni che mi chiudo in bagno di nascosto e aprendo tutti i rubinetti dell'acqua calda e senza tirare lo sciacquone faccio finta di essere sui navigli in un giorno di nebbia. seicentosessantanove giorni di incazzature al volante e parcheggiatori abusivi. seicentosessantanove giorni di rutti al sapore di fegato per la macchinetta coi numerini completamente inutilizzata al banco salumi, in panetteria, alle poste, e all'ambulatorio del dottore. seicentosessantanove giorni di cacche di cane sui marciapiedi, di sgomitate sul bus, di disgusto per le scarpe che si vedono in giro e orrore per le meches delle donne di tutto il vicinato. seicentosessantanove giorni di turisti tedeschi e americani coi calzini di spugna e birkenstock. seicentosessantanove giorni di maritozzi alla panna e rimpianti.
oggi no.
mi sveglio alle undici.
spalanco la finestra del soggiorno e inspiro a pieni polmoni le polveri sottili che arrivano da quirino maiorana intasata dal traffico.
espiro e mi sembra quasi di essere in montagna inebriato dall'odore di pino silvestro.
preparerò un mini brunch.
scendo di corsa per fare la spesa; il pianerottolo del primo piano addobbato come le sale d'attesa con la statua della madonna degli ospedali del sud, mi sembra addirittura feng-shui.
due chiacchiere con la signora della scala G sui pomodori ripieni che ha fatto domenica, un saluto veloce alla focacciara che mi urla che oggi ci sono le polpette al sugo, e mi ritrovo a costeggiare la favela di zingari che occupa tutta l'area dei binari di trastevere fino al supermercato.
mi sento come se stessi passeggiando su rodeo drive, il supermarket mi sembra la food hall di harrods, e il traffico mi sembra quello della fifth avenue.
nelle orecchie un pezzo di oliver koletzki che mi ha accompagnato in un week-end durato quattro settimane.
oggi è il seicentosettantesimo giorno da quando ho lasciato milano, sto vivendo una vita che mi assomiglia, e da domani smetto di contare.
mettetevi le cuffie, alzate al massimo, godetevi il pezzo e soprattutto ballate.



giovedì 15 marzo 2012

oggi sono molto sensitivo come genere di ragazza.

si dice che uno dei segnali premonitori a precedere una crisi sismica, sia la frenetica agitazione di animali da cortile come cani, gatti, polli e mucche.
improvvisi abbassamenti del livello del mare sembrano preannunciare imminenti tsunami.
addirittura pare che proprio quella mattina del ventinove agosto duemilacinque, prima che l'uragano katrina devastasse new orleans e colpisse la florida, una flotta di UFO fosse stata filmata sullo stato del messico da  dove l'uragano iniziò a formarsi.
ok, esistono quindi segnali premonitori alle catastrofi.
quando mi accorgo che le bustine del caffè sono finite proprio quando ho appena tirato via dal microonde la tazza d'acqua bollente, in un momento in cui tutto ciò che desidero è farmi coccolare, rigenerare e confortare da un'enorme tazza di caffè americano, capisco che sono in grado di riconoscere i segnali premonitori della mia personale catastrofe.
mi sono svegliato di soprassalto nel cuore della notte, sognando di avere un rapporto sessuale con mara carfagna.
questa mattina ho aperto gli occhi con il concerto filarmonico e frenetico di tutte le cose che salvo stava toccando e spostando e sbattendo in casa da circa due ore.. ma la cosa che mi ha fatto venire i brividi è che mi sono alzato e gli ho detto buongiorno.
l'americano manca, le moke sono sporche, l'acqua è finita.
un piccolo herpes spunta sul labbro inferiore e se quindi finalmente incontrassi il mio principe azzurro al pam, farò finta di non vederlo e mi nasconderò dentro lo sportello dei surgelati.
inizio a respirare affannosamente quando mi viene in mente che ieri ho mangiato una pizza subito dopo pranzo...
e poi di nuovo oggi ho cantato amoremidai di paola e chiara con gli occhi gonfi di lacrime.
no qualcosa sta per succedere.
ho paura.
sento aumentare la temperatura; penso all'autocombustione, al poltergeist o alla psicocinesi.
l'occhio mi cade sul calendario.
oggi è giovedì quindici marzo.
quindici.
oggi c'è lo scarico della carta di credito.
catastrofe!



martedì 13 marzo 2012

piccole winx crescono.



chi mi aspettava alla stazione di trastevere?
facciamo un salto di parecchi anni indietro nel tempo...

ho quattordici anni, frequento il primo anno del liceo scientifico, porto degli occhiali osceni e sono semiconsapevole di essere una winx.
mia sorella ne ha più di 20 e il suo migliore amico si chiama ugo ed è già una winx affermata.
ugo viene spesso a casa e mi aiuta con l'inglese. io sono felice quando ugo viene a casa perchè mi piace ascoltare i discorsi che fanno con mia sorella e posso così sognare di migliorare i miei poteri da winx così da poterli esercitare al meglio anch'io un giorno come lui.
il migliore amico di ugo si chiama gianluca.
gianluca non è semplicemente una winx, è la regina incontrastata delle winx dell'intera costa jonica.
io lo conosco da sempre perchè tra di noi c'è una certa parentela, a dimostrazione che negli alberi genealogici delle winx c'è un certo patrimonio genetico che si ripete.
a diciassette anni sono ormai consapevole di avere certi poteri tanto che molto spesso faccio fatica a reprimere le ali sotto le t-shirts oversize. ogni volta che incontro ugo e gianluca leggo nei loro occhi l'approvazione e la malizia di chi sa che le piccole winx stanno crescendo.
una volta ho persino raccontato in una fresca sera d'estate di essere stato abbordato a londra durante la mia vacanza studio da un pakistano di 37 anni. poi ho visto nell'espressione di mia sorella lo sgomento e la paura dei miei poteri paranormali e ho capito che non era il momento di essere ancora una winx.
ho poco meno di 20 anni; in mano ho una caipiroska alla fragola, nell'altra una merit, e sono ad un aperitivo in spiaggia. di fronte a me ugo, che ascolta divertito tutte le mie imprese  con le winx a milano.

siamo di nuovo a roma. è sabato dieci marzo e il campanello dell'appartamento in cui vivo suona  a ripetizione.
è in corso una festa, la musica è alta, i drink sono tanti e le winx pure.
sono cambiate tante cose e intorno a me non c'è nessuna delle persone che mi sono state vicine in tutti gli anni meravigliosi passati a milano.
ugo e gianluca però ci sono.
e io mi sento forte come all'interno di una famiglia.

se venerdì alla stazione di trastevere sembravano fossero ritratti dallo scatto perfetto alla Harper's Bazaar di Richard Avedon, adesso vedo uscirli da casa mia con i colpi di flash crudi e senza vergogna di un maestro come Steven Meisel.

love you guys.





lunedì 12 marzo 2012

l'avvento

l'aria è frizzante.
nonostante i nuvoloni neri che stanno giusto adesso passando sopra di noi.
un debole tramonto riesce persino a tinteggiare tutto di rosa.
la città freme.
dai balconi del  lugubre palazzo anni sessanta di via caselli sono state stese con fervore le coperte ricamate a mano.
i negozianti qui sotto ossequiosamente lanciano confetti e monetine.
le bambine del quartiere, coi loro vestitini a bretelline tutti pieni di merletti, saltellano sorridenti spargendo petali di rosa dai loro cestini in pan-dan con le coccarde sulle codine.
e mentre le signore più anziane friggono cullurielli a più non posso, gli uomini aprono le botti di vino dell'annata migliore.
i  fiori si sprecano. solo per tutti i tulipani arrivati dall'olanda avremo tasse più alte nel 2013.
l'appennino centrale italiano è stato completamente disboscato per la fabbricazione di tonnellate e tonnellate di coriandoli.
sono addirittura arrivati i lupi dalla sila increduli per ciò che stava accadendo.
no no non si stanno celebrando i funerali della ratzinger e roma non sta vivendo un nuovo giubileo.
madonna non canterà gratis in piazza , e non si sta festeggiando la fine della crisi economica con l'arrivo  al governo dei radicali.
un solo sms: siamo arrivate.
abbandono il tapis roulant e credo che per un momento tutto si fosse fermato.
esco di corsa dalla palestra, salto in moto senza nemmeno pensare che ho su degli hot pants ed è il nove di marzo e corro alla stazione di trastevere.
la gianicolense è addobbata come per la festa di santa rosalia.
le colombe impazzite seguono la moto e credo di poter dire che persino una stella cometa dall'alto ci stesse indicando il punto esatto dove le avremmo trovate.
e loro di fatti sono lì.
neanche una ruga d'espressione a indicare sul loro volto il lungo viaggio affrontato.
quasi eteree, in un voguing perfetto, una con il coordinato trolley/beautycase sembra posare per la campagna pubblicitaria di  versace travel bags; l'altra in un "pull your chicks in" degno della migliore christy turlington nel calendario pirelli del novantacinque.
un abbraccio ed è tutto come se gli anni non fossero mai passati; siamo di nuovo tutte e tre insieme.
le colombe ci riaccompagnano a casa;
la stella cometa si nasconde dietro il tetto.
il cielo rosa lascia  spazio alla notte.
e come dice la bertè "la notte la notte è cattiva e ogni volta ci prende così..."
che genere di ragazza mi sento?
felice.