martedì 28 febbraio 2012

oggi sono molto hijab come genere di ragazza.


ho perso 5 kg. finalmente posso togliermi il burqa e passare a qualcosa di più soft..non so un hijab  stampato o di seta cangiante..almeno fino a quando non avrò buttato via gli altri 5 e rinnegare finalmente allah..
certo che è dura fare finta di essere una musulmana.. o forse no?
beh effettivamente ora che ci penso i pro sono molti:
- nessuno si accorgerà che sei ingrassato; certo nessuno escalmerà come ti trovo bene, ma di sicuro nessuno ti guarderà con gli occhi falsi di chi dice -mah si sei solo un pò gonfio;
- la mattina te ne sbatti le palle e con tutta la nonchalance del mondo te ne esci col pigiama sotto e con un topo morto in bocca (tanto il velo farà da filtro);
- se fa freddo non compri più cappotti e imbottisci il burqa con una coperta; se fa caldo te ne esci bello fresco con niente sotto e una bella spalmata di talco al mentolo;
- potrai entrare nel posto più affollato del mondo e basterà ripetere ossessivamente tic tic che intorno a te avrai il vuoto;
- e soprattutto se hai fame puoi nascondere sotto la peggiore schifezza e nessuno lo saprà.
madonna ma ci pensiamo a quanti luoghi comuni ci sono intorno al musulmano?
siamo tutti convinti che ci sia un solo tipo di musulmano e un solo modo di intendere il corano.
come se i cattolici fossero tutti uguali, e considerando i begli esempi di estremismo cattolico che troppo spesso hanno attraversato la storia e ancora l'attraversano, ho grosse difficoltà a pensare quale sia il male minore.
non ho grosse esperienze in fatto di paesi musulmani se non il verduraio sotto casa, un viaggetto in marocco e un tour della malesia passando per il qatar.
non so che tipo di mafia araba-agricola ci sia a roma ma fatto sta che tutti i verdurai sono marocchini, tunisini, algerini o egiziani. hanno sempre la musica a palla e nella maggior parte dei casi trattasi di laura pausini o tiziano ferro. sono sempre gentili e sorridenti (nonostante il sorriso a fisarmonica) e hanno dei prezzi stracciati.
a milano ho vissuto per più di un anno in via padova vera e propria succursale dell'islam in italia. che dire..io mi sentivo la regina del nilo.
a marrakech un gruppo di ragazzini a cui ho chiesto un'informazione mi hanno seguito fino all'ingresso del ristorante cercando di estorcermi soldi, cento euro per l'esattezza; effettivamente stavo per entrare in un banchetto marocchino da mille e una notte dove il più pezzente aveva 5 auto parcheggiate fuori..ma tutti quelli che sono stati derubati a napoli hanno mai pensato di dare la colpa alla religione?
a doha in effetti ho visto tanti chador, e tanti burqa aggirarsi come in una rappresentazione cinematografica: si intravedevano unghie smaltate perfettamente con l'ultimo particulier di chanel , e mani ingioiellate che trasportavano hermes, bottega veneta, dior e gucci..

e poi la malesia, la vera scoperta dell'altra faccia dell'islam.
attraversavamo il centro dell'isola di langkawi in macchina, in piena foresta tropicale, alla scoperta dei posti più solitari e sconosciuti.
ci accompagnava su entrambi i lati una fitta vegetazione dal verde intenso e acceso. era bello anche solo guidare.
qualche scimmia e qualche cobra nero dopo, e fame e sete iniziarono ad assalire me e il mio compagno.
se c'è una cosa che so fare benissimo è attivare il radar nella ricerca di cibo.
qualche kilometro più avanti e sul ciglio destro della strada un banchetto all'aperto con musiche e abiti tradizionali.
parcheggio ed entriamo: un uomo coi baffi in polo verde mela e con la stampa della pubblicità di una società di pneumatici, marsupio in vita e ciabatte di gomma ci accoglie. è il padre dello sposo e fierissimo ci invita ad unirci al banchetto. intorno a me persone sorridenti, nessun alcolico ma acqua di rose e tanta roba da mangiare sapientemente preparata dalle parenti della sposa.
non mi sono mai sentito tanto  a mio agio e tanto ben voluto.
abbiamo assaggiato tutto, mangiato con le mani , posato con gli sposi, discusso sulle ricette , e chiacchierato a lungo.
prima di salutare tutti e guadagnarci l'uscita riceviamo in dono le bomboniere piene di leccornie e uova sode simbolo di fertilità
sopra c'era scritto terimakasse , che significa grazie.
il luogo comune è la negazione di cultura.





jo squillo c'è.

jo squillo c'è ed è su facebook.

https://www.facebook.com/pages/Prima-fermata-jo-squillo/222734097809238


jo squillo c'è ed è su twitter.

https://twitter.com/primafermatajo








It was a long night and a tall story 
I nearly died of fright 
Who shot the go go dancer? 
Will we ever know? 
I don't know 

giovedì 23 febbraio 2012

sono molto grato come genere di ragazza.

mi piacerebbe scrivere che sono stato via per un pò. mi piacerebbe scrivere che ho attraversato tutta l'argentina e il cile fino alla terra del fuoco x godere del tramonto più bello che io abbia mai visto. mi piacerebbe scrivere di tutte le presentazioni stampa che ho dovuto presiedere per la promozione del mio libro. vorrei poter scrivere di quanto è stato impegnativo salvare le balene al largo della groenlandia. sarebbe fico poter scrivere di tutti quei party a cui sono andato e per cui adesso faccio fatica a riprendermi...o dell'orfanotrofio che ho appena aperto a calcutta..o di quando mi sono sentito molto julia roberts in notting hill come genere di ragazza, e uscendo di fretta da una boutique vintage di Madrid ho versato il mio caffè addosso a javier bardem e lui guardandomi ha capito che doveva lasciare la cruz e sposare me...
invece sono stato lontano dal mio blog perchè la mia vita sentimentale è andata ancora allo scatafascio, ho avuto dei turni di lavoro peggiori di un bambino tessitore peruviano, e ho passato ogni mio istante libero in palestra dal momento che ho dovuto mettermi l'aspirapolvere in bocca per riuscire ad abbottonare il pantalone.
mi è bastata una telefonata con una cara amica che sta passando un brutto momento per rendermi conto che sono circondato da persone che sono stravolte dallo sconforto.
lei bellissima da togliere il fiato, casa di proprietà e mai una sudata per pagarsi un paio di scarpe, che cade nella depressione più nera per un uomo che vale poco, e non vive gli anni più belli della sua vita..
poi c'è quell'anima fragile che ha pensato di farsi coccolare dalle droghe per non affrontare le proprie debolezze e irrequietudini , per desiderare ogni di giorno di non esistere..
poi l'ambulanza chiamata nel cuore della notte perchè lui credeva di avere un'infarto mentre invece era un attacco di panico ormai sinonimo di una situazione che non poteva più essere trascurata..
e poi l'infinita moltitudine di atteggiamenti ossessivi compulsivi di cui ogni giorno tutti siamo  vittime consapevoli e non nel tentativo di scaricare le nostre ansie e preoccupazioni..
e mi viene in mente poi qualcosa di cui spesso mi dimentico: quasi due anni fa mi sono visto a un passo dall'abbandonare tutto; riportato indietro dalla voglia di vivere, dalla prontezza di un'infermiera sveglia, e dall'abilità di un chirurgo di correggere il suo sbaglio.
si sono grato come genere di ragazza.
e voglio essere felice.
e già mi sento da dio.

venerdì 10 febbraio 2012

sono molto in bolletta come genere di ragazza.


anche se non ne scrivo mai, ma credetemi anch'io lavoro ogni tanto.
ieri ero così stanco che mi sono addormentato alle cinque del pomeriggio..e stamattina mi sono svegliato alle sette..bello fresco..
quando ti svegli bello riposato e così di buon ora ti sembra di avere le giuste energie per affrontare la tua giornata nel migliore dei modi.
la bialetti è sul fuoco (le cialde della nespresso sono in esaurimento). la finestra della camera da letto è spalancata sui 2 gradi di una roma grigia e già intasata dal traffico. io che rifaccio il letto e mentre corro a spegnere la moka ritiro i panni stesi in soggiorno. riesco persino a telefonare a mia sorella che ormai mi dava disperso e sepolto dai 3 centimetri di neve che hanno paralizzato la capitale.
preparo la borsa della palestra e mi faccio addirittura una spremuta di pompelmi rosa.
mi sento un leone e sono sicuro che sarò zen tutto il giorno a lavoro, soprattutto dopo aver fatto ginnastica dolce con le ultrasettantenni del quartiere.
quando ti svegli riposato e così di buon ora ti sembra di avere le giuste energie per affrontare qualsiasi cosa...
.. fino a quando il tuo coinquilino non si sveglia e trovandomi per la prima volta dopo mesi sveglio e tranquillo a casa  decide di avere la maturità che a me manca di piazzare sul tavolo della cucina una montagna di bollette non pagate.
per un attimo mi consolo vedendo la disperazione assalire entrambi.
ma come fanno le famiglie?
eppure non mi compro un paio di jeans da una vita, e sono lontani i tempi in cui morivo dietro ad una cinta di yves saint laurent.
rifletto. rimetto il latte in frigo. il latte di soia biologica da tre euro e novanta.
tre euro e novanta?
si.
ah però.
effettivamente mi tratto bene.
mangio seitan più caro della carne kobe. salmone scozzese che prima di morire ha chiacchierato e riso con i pescatori. ho il mutuo da natura sì. il congelatore scoppia e ho sempre l'impressione di non avere nulla da mangiare. sul frigo i mille magneti dei viaggi che ho fatto. ho sky , fastweb e una succursale della apple..
..e a fine mese sempre con le pezze al culo..
chiavetta o key in mano ed effettuo il primo bonifico.
the secret docet : sono ricco , ricchissimo e sto persino arricchendo le tasche del condominio, dell'eni, dell'acea e dello stato.
mi sento di nuovo bene.
le settantenni mi aspettano.
http://www.thesecretitalia.it/


sabato 4 febbraio 2012

mi sento molto 'la lunga strada verso casa' come genere di ragazza.


ho ancora un pò di giorni di ferie prima di dover rientrare a roma, e soprattutto a lavoro.
i giorni passati a londra sono stati divertenti.
a milano è sempre bello tornare.
terri insiste perchè vada a cuba con lei.
io voglio andare in calabria, dove sono nato. l'unico posto che io possa chiamare casa.

I bruzi, antichi abitanti della calabria e alleati di annibale, solo per essersi ribellati  a roma, si guadagnarono giudizi sprezzanti in quanto furfanti, predoni, uomini malvagi. le cose non andarono meglio  quando nell'ottocento i francesi napoleonici invasero la mia terra e  furono costretti alla difensiva da "contadini, tamarri, boscaioli, plebei" e per questo definiti briganti dagli ufficiali dell'esercito dei senza bidet. furono proprio i francesi appunto, data l'enorme figura di merda fatta, a divulgare l'idea di una civiltà che non andava oltre napoli.
addirittura ai viaggiatori che dovevano raggiungere la sicilia, si consigliava di andare via mare e affrontare pirati tunisini, sciabecchi marocchini, mostri marini e sirene malvagie, pur di non passare per la calabria.
quelle montagne avevano una fama terribile, da far tremar le vene a chiunque avesse voluto intraprendere quel viaggio.
"l'europa finisce a napoli, tutto il resto è dell'africa".
cioè di un continente affascinante, misterioso, con una vegetazione lussureggiante, selvaggio e lontano.http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-ciconte_enzo/sku-12815767/ndrangheta_.htm

il mio viaggio inizia a milano malpensa.
il mio volo per lamezia viene cancellato per neve e pur di non aspettare un altro giorno e far felice mamma, decido di volare verso roma e prendere da lì un pullman che non avesse paura di affrontare le ostili montagne calabre.
atterro a roma fiumicino alle 19, il pullman parte da tiburtina alle 23 e 15.
se c'è una cosa che un calabrese sa fare benissimo, è scandire il tempo mangiando.
un piatto di tagliatelle ai funghi, delle seppioline al gratin, una fetta di torta da rustichelli e un paio di giretti in feltrinelli e sono seduto sul trenino delle 21e28 per tiburtina.
si sa, il viaggio per la calabria deve essere difficile e un guasto al trenino mi porta a prendere un taxi alla stazione di ostiense.
mezz'ora di attesa all'addiaccio, e una variegata rappresentazione di romeni, polacchi e calabresi in partenza, e finalmente sono seduto sul pullman gran turismo che mi porterà a casa tra circa sette ore.
sorge il sole sullo jonio. sono passate circa 18 ore da quando è iniziato il mio viaggio.
il telefonino scarico non mi ha permesso di chiamare casa e dire che sto per arrivare.
scendo dal pullman e lei è lì in macchina che aspetta chissà da quanto.
appena mi vede mamma sorride.
sono finalmente a casa.