sabato 4 febbraio 2012

mi sento molto 'la lunga strada verso casa' come genere di ragazza.


ho ancora un pò di giorni di ferie prima di dover rientrare a roma, e soprattutto a lavoro.
i giorni passati a londra sono stati divertenti.
a milano è sempre bello tornare.
terri insiste perchè vada a cuba con lei.
io voglio andare in calabria, dove sono nato. l'unico posto che io possa chiamare casa.

I bruzi, antichi abitanti della calabria e alleati di annibale, solo per essersi ribellati  a roma, si guadagnarono giudizi sprezzanti in quanto furfanti, predoni, uomini malvagi. le cose non andarono meglio  quando nell'ottocento i francesi napoleonici invasero la mia terra e  furono costretti alla difensiva da "contadini, tamarri, boscaioli, plebei" e per questo definiti briganti dagli ufficiali dell'esercito dei senza bidet. furono proprio i francesi appunto, data l'enorme figura di merda fatta, a divulgare l'idea di una civiltà che non andava oltre napoli.
addirittura ai viaggiatori che dovevano raggiungere la sicilia, si consigliava di andare via mare e affrontare pirati tunisini, sciabecchi marocchini, mostri marini e sirene malvagie, pur di non passare per la calabria.
quelle montagne avevano una fama terribile, da far tremar le vene a chiunque avesse voluto intraprendere quel viaggio.
"l'europa finisce a napoli, tutto il resto è dell'africa".
cioè di un continente affascinante, misterioso, con una vegetazione lussureggiante, selvaggio e lontano.http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-ciconte_enzo/sku-12815767/ndrangheta_.htm

il mio viaggio inizia a milano malpensa.
il mio volo per lamezia viene cancellato per neve e pur di non aspettare un altro giorno e far felice mamma, decido di volare verso roma e prendere da lì un pullman che non avesse paura di affrontare le ostili montagne calabre.
atterro a roma fiumicino alle 19, il pullman parte da tiburtina alle 23 e 15.
se c'è una cosa che un calabrese sa fare benissimo, è scandire il tempo mangiando.
un piatto di tagliatelle ai funghi, delle seppioline al gratin, una fetta di torta da rustichelli e un paio di giretti in feltrinelli e sono seduto sul trenino delle 21e28 per tiburtina.
si sa, il viaggio per la calabria deve essere difficile e un guasto al trenino mi porta a prendere un taxi alla stazione di ostiense.
mezz'ora di attesa all'addiaccio, e una variegata rappresentazione di romeni, polacchi e calabresi in partenza, e finalmente sono seduto sul pullman gran turismo che mi porterà a casa tra circa sette ore.
sorge il sole sullo jonio. sono passate circa 18 ore da quando è iniziato il mio viaggio.
il telefonino scarico non mi ha permesso di chiamare casa e dire che sto per arrivare.
scendo dal pullman e lei è lì in macchina che aspetta chissà da quanto.
appena mi vede mamma sorride.
sono finalmente a casa.

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