venerdì 4 maggio 2012

welcome to miami/bienvenido a miami

et voilà che più di un mese è passato dall'ultima volta che mi sono seduto  a scrivere e neanche me ne sono accorto.
e d'improvviso indosso pantaloncini e infradito, e la finestra resta sempre aperta allo smog e ai venticinque gradi cha battono sui vetri.
vorrei fare un salto indietro però...

è il trentuno marzo, sabato per l'esattezza, i miei genitori stanno dormendo a casa mia con un'amica di mamma, una spagnola settantenne che domani sarà la mia compagna di viaggio sul volo roma miami, mentre i miei genitori si imbarcheranno su un altro volo.
in realtà il volo non è domani, ma tra qualche ora. 
è già domani, nel senso che sono quasi le cinque del mattino di domenica e io sono all'alpheus.
tutto procede come sempre: erica è musica, fabio è impegnato in qualche rissa, due trans si sono prese per i capelli e io sono in giardino a fare i soliti circhi.
tutto procede come sempre fin quando non suona il mio telefono. è salvo allarmato e assonnato che mi dice che i miei sono pronti per partire  e non mi vedono arrivare. 
ansia a palla.
devo correre in aeroporto.
devo andare a miami.
non riesco nemmeno a farmi una doccia cazzo.
la valigia? si la valigia!!! non l'ho neanche finita, merda!
erica!!! ericaaaa!!!! ericaaa portami a casa...finiamo sto vodka tonic e portami subito a casa!!!!

entro in casa di corsa.
ho più alcol che globuli rossi.
mamma, papà e marilo sono prontissimi gia sull'uscio con i loro coordinati valigia, tracolla, trolley, beauty.
non c'è tempo per fare nulla. appallottolo alla peggio quello che ho in giro dopo la bomba scoppiata nel pre-disco e con nochalance mi metto al volante per fiumicino fracico e puzzolente di vodka e fumo.

ho un'imperdibile attitudine al disastro, alla corsa all'ultimo minuto, al caos.
poi mi guardo nello specchietto e mi dico : 'ma quanto sce piasce però' e giù verso l'aeroporto più felice che mai..

ho già salutato i miei che rivedrò tra 12 ore al miami international airport.
e adesso siamo io e lei. marilo. settantatreenne. il figlio ha sposato un'americana, vive a san francisco e possiedono una casa nelle florida keys, arcipelago di isole che si allungano fino quasi a cuba.
staremo lì una settimana. prima però ci fermeremo qualche giorno a miami beach.
a miami beach, io mamma, papà e marilo.
gesù!
il volo ha tre ore di ritardo.
mi addormento per oltre un'ora e mezza a terra, con la bava alla bocca e l'iphone in mano.
marilo è scioccata e mi guarda con disprezzo.
finalmente chiamano il volo.
favolosa come genere di ragazza, prendo posto sul B767 alitalia degli anni ottanta senza schermi in economy. 
per fortuna marilo siede  sette o otto file più distante da me.
non so che probabilita ci sia che su un aereomobile da 250 passegeri io possa capitare seduto di fianco ad un nerone gay di un metro e novanta from miami downtown come genere di ragazza, che passerà tutto il volo  a farmi piedino , ma vi assicuro che è andata proprio così.
ad un certo punto addirittura si preoccupa quando mi vede restare d'improvviso a bocca aperta e con gli occhi sbarrati.
'i just left a club' rispondo. e mi sparo in bocca un bel sonnifero.

mi sveglio undici ore dopo. 
stiamo atterrando su miami.
si vede benissimo fort lauderdale, poi north beach , e poi abbastanza bassi da vedere benissimo south beach.
i colori sono resi vivaci da un sole fortissimo. 
sono emozionato.
neanche due ore dopo sono seduto nel cortile del mio boutique hotel art-deco tra la quarta e washington avenue.
sono le sei del pomeriggio, ci sono 31 gradi, ho ancora su i vestiti che avevo all'alpheus e soprattutto la stessa faccia, e sto già pensando alla serata che mi aspetta.






2 commenti:

  1. Solo tu puoi resistere a queste maratone! Grazie alla tua imperdibile attitudine al disastro appunto ma non si sa come riesci a farla sempre incredibilmente franca

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  2. non credi che farla franca sia un pò troppo? non ho mica fatto niente di illegale....

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