mercoledì 3 ottobre 2012

smalltown boy




è la seconda notte che erica si è trasferita a casa mia. è la seconda notte che questa adesso è casa nostra.
abbiamo passato un pomeriggio demenziale tra scatoloni di libri, cartoni di pizza e birre moretti.
le nostre complesse personalità da ricerca psicoanalitica dell'università della columbia stanno adesso plasmando attraverso libri, viaggi e disordine l'appartamento in cui vivevo.
vado a prendere altre due birre alla pizzeria caselli, quando torno fammi trovare cinque dvd tra cui scegliere e ce lo guardiamo nel mio letto.
gus van sant dirige il premio oscar sean penn nel ruolo di harvey milk, l'attivista del movimento omosessuale degli anni settanta che si battè in difesa di una legge per i diritti dei gay di san francisco.
tra venti giorni circa partirò per la california e non sono ancora sicuro su quale sia il miglior percorso da seguire nelle dodici notti nella terra dei sogni.
mi addormento con le scene di un quartiere castro appena nato.
mi addormento con le immagini sapientemente dirette di quelli che furono i primi movimenti che hanno contribuito a farmi sentire oggi orgoglioso e senza paure.
non è stata sempre così la mia vita.
non è stata sempre libera e consapevole come oggi.
anzi consapevole lo è stata sempre.
sin da quando da ragazzino ascoltavo i commenti dei grandi; sin da quando da ragazzino mi sentivo stracciato in mille pezzi dai commenti dei compagni di scuola e dentro di me ripetevo che sarei diventato qualcun altro, che mi sarei evoluto in qualcosa di migliore di quello per cui ero deriso di nascosto.
sì ero perfettamente consapevole di tutto anche quando già maggiorenne di fronte alla molteplice scelta delle università che avrei intrapreso di lì a breve, mia sorella mi disse guardandomi negli occhi che sarei dovuto andare il più lontano possibile, così che la vergogna sarebbe stata più gestibile in caso.
quando non hai la possibilità di fortificarti con l'esperienza queste cose erano come lame che quotidianamente laceravano la tua carne.
andrò a milano.
farò economia.
tutti saranno felici, tanto sono abbastanza intelligente da rendere felice tutti meno che me.
effettivamente le mie predizioni da meno che adolescente si rivelarono veritiere.
perchè è vero che mi sono trasformato in qualcosa di migliore.
mi sono trasformato in me stesso.
in me stesso punto e basta.
e sono stato capace di educare io  la mia famiglia dopo essere stato educato.
nessuna presunzione di essere migliore di nessuno.
nessun vittimismo.
niente che mi faccia avere la consapevolezza di saperne in più di nessun altro.
eppure ancora la strada affinchè non si abbia più l'arroganza di sentirsi migliori degli altri è lunga.
forse è ancora più impervia e inaffrontabile tra le persone che credono di sentirsi aperte e moderne.
ma scusate ma chi vi ha chiesto di essere di larghe vedute?
che cosa significa essere di mentalità aperta quando avete già le vostre risposte?
devo essere una persona moderna per far sì che luca e marco, professionisti e maschi vedano la loro unione legalizzata, mentre un renato e alben della cage aux folles no?
"..i gay sono così, i gay enfatizzano troppo..i gay sempre  vittime, i gay , i gay...i gay"
oh ma quanta cazzo di esperienza c'avete?
ne avete talmente tanta da confondere la personalità con l'identità di genere?
l'identità di genere?
ahahahah
vorrei tanto sapere quanta identità c'è in quello che sembrate, in quello che mostrate, in quello che volete far credere di essere.

domenica pomeriggio eravamo in chill out a casa di terry.
abbiamo ballato sui divani, abbiamo giocato come adolescenti in casa mentre i genitori sono fuori.
abbiamo cantato sui video di ambra angiolini.
e abbiamo ascoltato musica.
cazzo che musica.
e poi ho messo su i bronski beat, il trio britannico synth pop degli anni ottanta.
metto una extendend version di quasi dieci minuti.
rimaniamo zitti.
leggiamo il testo bianco sullo schermo nero.
è un fottuto capolavoro, penso.
dopo averla ascoltata ho voglia di tornare  a casa.
cammino tra le strade di monteverede, mentre una fitta pioggia lava roma.
un pò mi commuovo.
 un pò rido.




Smalltown boy, 1984 - Bronski Beat - Album: the age of consent

But you never cried to them
Just to your soul
No you never cried to them
Just to your soul

Run away, turn away, run away, turn away, run away.
Run away, turn away, run away, turn away, run away.

Cry , boy, cry.





2 commenti:

  1. Uno dei migliori post!

    http://axellemisstinguette.blogspot.it/

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  2. "perchè è vero che mi sono trasformato in qualcosa di migliore.
    mi sono trasformato in me stesso.
    in me stesso punto e basta.
    e sono stato capace di educare io la mia famiglia dopo essere stato educato."

    sicuramente il passaggio piu' incisivo del post!

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